La ptosi della ghiandola lacrimale

Durante una visita per la correzione delle palpebre superiori “invecchiate” è buona norma indagare se la ghiandola lacrimale, posta nella parte laterale dell’occhio subito a ridosso del margine orbitario superiore, sia nella posizione corretta. La presenza di un rigonfiamento nella regione laterale dell’occhio, che potrebbe essere diagnosticato come la protrusione di grasso intra-orbitario deve far sospettare che si tratti più che di una borsa di grasso, di una “ptosi” (discesa) della ghiandola lacrimale, struttura fondamentale per la umettazione e lubrificazione dell’occhio. Essa è alloggiata al di sotto del bordo orbitario superiore in prossimità del canto ( angolo) esterno.

La sua dislocazione (o prolasso) è generalmente asintomatica ma in qualche caso può essere responsabile di una secchezza dell’occhio. La tumefazione non è dolente ed è mobile. Può presentarsi in giovane età o più frequentemente in pazienti anziani. La diagnosi differenziale è con la patologia infiammatoria o neoplastica della ghiandola (piuttosto rara) ed una TAC garantirà un corretto accertamento.

L’intervento viene eseguito generalmente in anestesia locale, in regime ambulatoriale, nei pazienti più esigenti si può associare una leggera sedazione. Se eseguito in corso di una blefaroplastica superiore verrà sfruttata la cicatrice dell’intervento, diversamente verrà eseguito un piccolo accesso nella palpebra superiore in corrispondenza della tumefazione. Attraverso questa si potrà arrivare alla struttura ghiandolare, riposizionarla nella sua “fossa lacrimale” e fissarla nella sua posizione corretta. Una sutura chirurgica intradermica chiuderà quindi l’accesso. Il post operatorio immediato e a distanza è pressoché indolore, potrà comparire del gonfiore e anche qualche ecchimosi. A distanza di 3-4 gg verranno rimosse le suture. Non occorrono medicazioni e l’occhio non necessita di bendaggio. Si può riprendere a guidare trascorse due ore dall’intervento in anestesia locale.